Storia della Rover - Parte terza

L'era moderna - dal 1979 ad oggi

La joint venture con Honda

Nel 1979 iniziò la collaborazione con la Honda. L'azienda subì un nuovo processo di riorganizzazione e di ottimizzazione a seguito del quale l'Austin-Morris sparì nel 1980 e la Triumph nel 1984. Delle otto fabbriche esistenti se ne mantennero in vita solo 3. Cowley (Oxford) per la Rover, Longbridge (Birmingham) per la Austin-Morris e Allesley (Coventry) per la Jaguar. Nel 1986 la società cambiò ancora nome divenendo Rover Group. La Ford si offerse di acquistare la divisione automobili mentre la General Motors fece un'offerta per l'acquisto della divisione Land Rover. Invece, nel 1988 la British Aerospace Company acquistò il Rover Group lasciando alla Honda un 20% del capitale. 

Fu un periodo molto prolifico, in quanto grazie al supporto dell'azienda giapponese, la Rover fu in grado di mettere sul mercato un gran numero di modelli quasi tutti di derivazione giapponese.Oltre alla velocità di realizzazione dei nuovi modelli, la collaborazione portò ad un sensibile aumento dell'affidabilità dei prodotti, mentre venne a  mancare la caratterizzazione tipicamente inglese che il pubblico si sarebbe aspettato, appiattendo le finiture sul livello giapponese. Il primo prodotto della collaborazione fu la Rover 200, una copia praticamente esatta della Honda Acclaim. Il passo successivo fu quello di sviluppare delle vetture parallele tra le due case partendo sempre da piattaforme giapponesi, ma differenziando quanto più possibile la carrozzeria e gli interni in modo da offrire quella particolare atmosfera inglese che si era andata perdendo. 

Questa strategia portò alla presentazione della nuova serie 200/400 derivate dalla Honda Civic e della 800, quest'ultima derivata dalla Honda Legend. La gamma 200/400 comprendeva diverse varianti di carrozzeria: tre porte, quattro porte, station wagon, cabriolet ed una coupè offerta con motori 1,6 1,8 e 2,0 turbo. Quest'ultima può essere considerata la più veloce Rover di serie mai prodotta. Con la 800 i clienti della casa ritrovavano le finiture in radica ed in pelle tipiche della casa, anche se la carrozzeria, specie nella parte frontale era un po' troppo impersonale. Questo problema fu risolto nel 1992 con la presentazione della Rover 800 seconda serie che finalmente recuperava, con notevole effetto, la calandra tradizionale della casa oltre ad offrire un potentissimo motore turbo da 2 litri - che inizialmente erogava 180 CV e che più tardi fu portato a 200 CV - ed un diesel di 2.500 cc da 118 CV. Nell'estate dello stesso anno fu aggiunta la 800 coupé che montava solamente il 2000 cc turbo.

L'operazione calandra fu ripetuta per l'ultima serie delle 200/400 e fu mantenuta anche per la nuova Rover 600, derivata dalla Honda Accord con un'indovinata soluzione di carrozzeria che la rendeva molto più elegante del modello di provenienza. I motori di queste vetture erano su alcune versioni di derivazione giapponesi, mentre su altre venivano montati motori di progettazione Rover.

Negli stabilimenti Rover venivano prodotte anche le vetture Honda da cui erano derivate le corrispondenti Rover, per la vendita in Europa.

Infine bisogna ricordare che per un breve periodo la Rover ebbe in catalogo la Montego che aveva ricevuto in eredità dalla defunta Austin, di cui mantenne pure in produzione per un periodo molto più lungo la Metro ridenominata Rover 100 per aderire alla nomenclatura ufficiale Rover.

La Rover infine continuò a produrre l'inossidabile Mini, un punto di riferimento in campo automobilistico che resterà in produzione per più di 40 anni. 

Entra la BMW

La British Aerospace (BAe) sviluppò il Gruppo Rover e riuscì a riportare i bilanci in nero. All'inizio degli anni 90 la BAe decise di concentrarsi sull'industria aerospaziale e militare, realizzando un guadagno dalla felice ristrutturazione della Rover. Il gruppo fu messo in vendita al miglior offerente. Contro ogni aspettativa la Honda con colse l'opportunità che le era offerta ed alla fine la Rover fu aggiudicata alla BMW per 10 miliardi di sterline. L'affare fu concluso nel 1994 tramite l'acquisizione di tutte le quote esistenti, quelle della Honda incluse.

L'apporto tecnologico della BMW è stato determinante nello sviluppo di nuovi modelli e nel 1996 fu presentata la Rover 200, la prima vettura sviluppata internamente negli ultimi vent'anni. Più tardi nel 1999 fu presentata quella che può essere considerata il prodotto della svolta, intesa come ritorno alla filosofia classica della casa. La Rover 75 infatti era un modello decisamente originale, che senza presentare particolari connotazioni retro si rifaceva nella linea e negli interni ai modelli degli anni d'oro. I motori erano di produzione Rover tranne che per il Diesel, un ottimo 2000 di produzione BMW, purtroppo depotenziato a 116 cavalli per evitare problemi di concorrenza interna con la BMW 320. Infine la gamma delle fuoristrada fu ampliata con un modello ormai d'obbligo, un SUV non particolarmente grande che garantiva un buon compromesso tra strada e fuori, la Freelander.

Nel frattempo la BMW era impegnata sul fronte britannico anche in altre manovre. Nel 1998 acquistava il marchio Rolls Royce mentre la Volkswagen comprava gli stabilimenti Rolls Royce ed il marchio Bentley. E' opportuno ricordare che negli ultimi anni era la BMW che forniva i suoi motori a Rolls Royce e a Bentley. Bisognerà però aspettare il 2003 per vedere la prima Rolls Royce costruita dalla BMW.

La BMW esce

Nell'inverno 1999 la BMW si accorse di non essere più in grado di gestire la situazione all'interno del gruppo Rover. Le perdite si facevano sempre più consistenti per cui decise di cedere il gruppo o parti di esso a chi fosse interessato. Dopo una trattativa non andata a buon fine con la società di investimenti Alchemy, finalmente il 10 maggio 2000 la Rover automobili fu venduta per la cifra simbolica di 10 sterline alla Phoenix, una società costituita dall'ex-manager Rover John Towers. La Phoenix si impegnava a continuare la produzione a Longbridge salvaguardando quanti più posti di lavoro possibile.

Nel contempo la Divisione Land Rover/Range Rover con il suo stabilimento di Solihull veniva venduta alla Ford per circa 2.500 milioni di sterline. Alla fine di tutta questa avventura alla BMW restava solamente la nuova Mini ed una bella batosta economica. I diritti di produzione della vecchia Mini furono ceduti anch'essi alla Phoenix.

La Rover attuale

La gamma dei prodotti è distribuita su tre linee, la 25, la 45 e la 75. Le prime due sono rispettivamente la serie 200 e la serie 400 sottoposte ad un restyling con la modifica del frontale per accordarlo con quello della 75. La particolare carenatura dei fari contribuisce a fornire così quel family feeling che accomuna i tre modelli.

Nonostante lo scetticismo dimostrato dagli esperti del settore, la nuova Rover sembra mantenere la solita vitalità che ha dimostrato nell'ultimo secolo continuando a sfornare nuovi prodotti. Una novità molto attesa è stata la 75 Tourer, una bella station wagon costruita a partire dalla berlina di cui mantiene intatta l'eleganza. Non è una vettura per l'uso professionale: il bagagliaio seppur non capientissimo è comunque l'ideale per trasportare l'intera attrezzatura da picnic del suo proprietario.

Svolta sportiva - la MG

Nel frattempo si assiste al rilancio di un marchio storico inglese famosissimo nel campo sportivo, la MG.  La prima vettura dell'era moderna con questo marchio è una spider, la MGF che monta un 1800 cc con due livelli di potenza. Lo sfruttamento del marchio continua con l'offerta di una linea parallela MG che presenta una versione sportiveggiante  per ogni berlina della gamma Rover. La Rover 25 da origine alla MG ZR, la Rover 45 alla MG ZS e la Rover 75 alla MG ZT. Non manca infine la versione sportiva della 75 Tourer che si chiama MG ZT-T. La modifica estetica più evidente è la calandra verniciata che incorpora lo stemma MG, ma non mancano le caratterizzazioni sportive come scudi e minigonne, gomme ribassate su cerchi sportivi e spoiler vari. Anche l'interno viene ritoccato sempre con lo scopo di conferire un'impressione più sportiva. I motori sono quelli della berlina di partenza, ma elaborati in modo da fornire maggiori potenze.

Nel giugno del 2001 la MG Rover (questa è la nuova denominazione della casa) acquista dalla Qvale Automotive Group la filiale italiana, che occupa 70 dipendenti, per costruire il modello MG di punta basato sulla sportiva Qvale Mangusta. Un modello in scala 1:1, costruito dalla TRW è stato presentato al Salone di Francoforte a settembre dello stesso anno. Progettata dal responsabile stilista della Rover Peter Stevens, la X80 utilizza una carrozzeria hi tech in alluminio montata su un telaio scatolare in acciaio. La vettura ha sospensioni indipendenti, motore anteriore e trazione posteriore secondo gli schemi più classici. Il motore è un Ford da 4,6 litri a V8 con una gamma di potenze che va da 260 a 385 cavalli. Il coupe 2+2 sarà in vendita dal 2002. Più tardi, l'anno successivo, sarà presentata la versione spider.

Questa vettura sarà posizionata sul mercato ad un livello ben più alto della MGF che nel frattempo è stata rivisitata, nel nome, ora si chiama MGTF, nei motori, ora più potenti e nelle sospensioni che sono diventate delle più tradizionali sospensioni indipendenti al posto di quelle a gas.

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