20/9/17
Il primo periodo (Submariner)
Nel 1953 viene annunciato il Rolex Submariner, il primo prodotto della casa
rivolto a chi si dedica alle immersioni. È subito un grande successo e l'anno
successivo il marketing studia una versione da proporre ad un pubblico con minori
disponibilità economiche di
quello cui è dedicato il Submariner.
A disposizione c'è il marchio Tudor che ha lo scopo di offrire dei prodotti
simili a quelli del marchio principale, ma, grazie all'immagine meno affermata,
ad un prezzo più abbordabile.
Ed è quindi come Submariner dei "poveri" che nasce il primo diver della Tudor
che tra l'altro mantiene la stessa denominazione del cugino ricco.
Cassa da 37mm, quadrante (a parte le scritte), ghiera, corona e bracciale sono
gli stessi. Quest'ultimo in particolare è caratterizzato dai rivetti, poi
abbandonati da Rolex, ma ripresi sui Tudor moderni.
La ghiera su entrambi era bidirezionale e tale rimase per molti anni fino a
quando non scadde il brevetto della Blancpain sulla ghiera unidirezionale che
era stata utilizzata sul primo diver della storia, il Fifty Fathoms, prodotto qualche tempo prima.
Nel quadrante troviamo l'unica nota personale, la quarta riga del testo a ore 6
che è disposta su un arco invece che dritta. Questa caratterizzazione
rimarrà quasi fino ai giorni nostri. Al posto della coroncina a ore 12 il
Tudor ostenta come logo una rosa, quella araldica dei Tudor.
Solo le lancette sono diverse e curiosamente il Tudor presenta delle Mercedes
che poi saranno la nota caratteristica di molti modelli della casa coronata,
mentre il Rolex ha delle lancette a matita.
Per giustificare la differenza di prezzo il Tudor monterà, invece del movimento
in-house, uno di provenienza esterna.
A sinistra il Tudor Oyster Prince Submariner ref. 7922 del 1954, a destra il
Rolex Submariner ref. 6204 del 1953.
La prima generazione rimarrà in produzione fino al 1999. È interessante
notare che oltre a mantenere il nome Submariner, Rolex apparirà spesso su
diversi modelli come logo sulla corona e come marchio sul fondello, esternamente
o internamente.
Da sinistra: interno del fondello di una ref. 7922 cannibalizzato da un Rolex
ref. 6538, esterno ed interno di una ref. 7928.
Il logo Rolex sulla corona di una ref. 7928.
Naturalmente, seguendo l'esempio della casa madre, ci saranno diverse variazioni
(evoluzioni?) ottenute semplicemente scambiando le parti estetiche come gli
indici del quadrante, le lancette, l'inserto della ghiera e le spallette di
protezione della corona e le dimensioni di quest'ultima oltre a qualche
intervento sui movimenti.
Di queste versioni una degna di nota è la ref. 7923 perché presenta una
cassa più sottile grazie al movimento a carica manuale impiegato, unico modello
con questa caratteristica in tutta la storia dei Submariner. Nella definizione
viene a mancare la parole Prince che denota gli automatici e sul quadrante è omessa la riga di
testo curva che si riferisce al rotore. Le lancette Mercedes vengono sostituite
da altre a matita, come nel primo Rolex, e la pallina sulla lancetta dei secondi
viene spostata verso l'esterno. Il bracciale infine ha i finali dritti invece
che curvi.
Nel 1958 esce la ref. 7924 che rilancia le lancette Mercedes e propone una cassa
più spessa insieme ad una corona più grande per ottenere un'impermeabilità di
200m invece dei 100m originari. Per la prima volta l'inserto della ghiera ha
dei sottoindici ogni minuto da 0 a 15.
È del 1959 questa ref. 7928 considerata di transizione tra i primi modelli e
quelli successivi. Le differenze stanno nella cassa maggiorata a 39mm, come pure
la ghiera con la zona della dentellatura più ampia e nelle spallette squadrate
che impongono la riduzione del diametro della corona. Il quadrante rimane
identico.
Nel 1969 esce un modello di rottura, il 7016/0 affiancato dal 7021/0 che presenta
una novità, la finestrella della data. Compaiono per la prima volta le
lancette snowflake che d'ora in poi diventeranno caratteristiche del
modello. Con questa versione viene abbandonato il logo della rosa sostituito
dallo scudo.
Per la prima volta compaiono anche gli indici quadrati in alternativa opzionale
ai pallettoni.
Nel 1975 arriva un'evoluzione del 7016, il 9401 che monta un ETA 2776 finalmente
con fermo macchina. Questa versione è disponibile sia con quadrante nero che blu
e con lancette Mercedes o snowflake e indici quadrati o tondi. L'abbinamento tra
lancette snowflake e indici quadrati assieme al colore blu secondo me ne fanno
il più bel Tudor di sempre. Oggi questa combinazione è disponibile solo per il Pelagos e non purtroppo per il Black Bay.
Questo modello è affiancato dalla ref. 9411 che ha
in più la data. Entrambi montano un bracciale tipo Oyster.
Nel 1989 assistiamo ad un'involuzione paurosa. La ref. 79090 perde praticamente ogni
connotazione personale. Disponibile esclusivamente con data e con quadrante blu o nero,
solo gli indici nelle quattro posizioni principali lo distinguono dal
corrispondente Rolex. Il movimento è nientemeno che un ETA 2824-2. Più una copia
che un hommage.
Il canto del cigno (un po' stonato) lo sentiamo nel 1989. La ref. 79190 rispetto
alla precedente presenta gli indici a bicchierini e la possibilità di un
inserto ghiera in acciaio con i numeri incisi. E su questo Tudor Submariner cala
il sipario.
Nel 1999 la produzione del Submariner viene definitivamente conclusa.
I Submariner militari
Penso valga la pena di un breve cenno ai trascorsi del Submariner in divisa.
Alcuni modelli del Tudor hanno visto l'impiego in diverse forze armate. La U.S. Navy utilizzò sicuramente delle ref. 7924 e 7928. Questi
orologi avevano diversi tipi di punzonature sul fondello che li identificavano
come assegnati a membri della marina americana.
Non c'è molta documentazione in proposito, ma sembra che dei Tudor siano stati
impiegati dalle forze armate, perlopiù della marina, di paesi come Sud Africa,
Canada, Jamaica, Argentina e Israele.
Il maggior utilizzatore di questi orologi però fu la Marine Nationale francese.
La collaborazione con la casa della rosellina dura per un lungo periodo dal 1954
agli anni 80. I modelli consegnati alla Marine Nationale sono le ref. 7922,
7924, 7928, 7016 e 94010. Questi orologi sono perfettamente di serie senza
modifiche specifiche per l'impiego militare, ma vengono identificati dalla
punzonatura sul fondello composta dalle lettere M.N. seguite dall'anno di
assegnazione a quattro cifre o più comunemente con le ultime due.
Pare, ma non è sicuro, che gli indici quadrati disponibili in opzione su gli
ultimi modelli derivino da una richiesta della M.N. per migliorarne la
visibilità. Anche il colore blu di queste versioni sembra sia stato
introdotto
per risolvere il problema del deterioramento riscontrato sul quadrante nero nel
pesante utilizzo militare. Ma a giudicare dalla foto sottostante non sembra sia
stata la soluzione giusta.
Il secondo periodo (Black Bay)
Bisognerà aspettare il
2012 per vedere l'erede del Submariner: l'Heritage Black Bay con ref. 79220. La cassa è
cresciuta un po' arrivando a 41mm secondo le tendenze attuali che prediligono
orologi più grandi. Disponibile in tre colorazioni dell'inserto ghiera: nero e
rosso con particolari del quadrante dorati, e blu con particolari argento.
Il quadrante nero è quello del Submariner Rolex con indici a bicchierini,
comunque il richiamo alle origini e la differenziazione rispetto ai modelli
attuali del cugino coronato sono evidenti: niente spallette di protezione della
grossa corona, lancette snowflake e faccia ridente con l'ultima riga di testo in curva.
Su quadrante e corona riappare il vecchio logo della rosa dei Tudor.
Una particolarità nuova non di derivazione storica, ma che contribuisce a
differenziarlo ulteriormente dal coronato è la fine zigrinatura della ghiera.
Il
movimento è il solito ETA 2824-2.
Oltre che con il cinturino in pelle invecchiata e quello in tessuto questa ref.
è disponibile con un classico bracciale Oyster.
Nel 2015 Tudor presenta questa ref. 7923/001 che è un chiaro hommage alla
ref. 7923 del 1954. Riappare sul quadrante il logo della rosa, presente anche
sulla corona. Il movimento non è manuale ed il bracciale è un Oyster con i
finali dritti.
Prodotto in un unico esemplare, viene venduto ad un'asta di beneficenza per
375.000 chf.
Nel 2016 esce la seconda generazione del Black Bay con la ref. 79230. La modifica più sostanziale è
l'adozione di un movimento in-house al posto dell'ETA. Prodotto in casa, il
MT5602 è certificato COSC.
Esternamente le modifiche sono minime: il
tradizionale testo a ore 6 viene sostituito con la certificazione COSC
rinunciando alla riga di testo in curva. A ore 12 il logo della rosa viene
nuovamente sostituito dallo scudo.
Più evidente la sostituzione del
bracciale Oyster con uno con rivetti come nell'originale del 1954.
La gamma dei colori è la stessa della prima generazione.
Tralascio qui i Black Bay 36 e 41 perché secondo me non hanno niente a che fare
con i diver esaminati fino ad ora. La sostituzione della ghiera girevole con una
lunetta fissa in acciaio lucidato snatura completamente quella che era la
vocazione originaria e non bastano le lancette snowflake a farli rientrare
nel gruppo di Submariner ed eredi. Non mi occuperò neanche della ref. 79350
ovvero del Black Bay Chrono per mancanza di giustificazioni storiche e perché la ghiera
tachimetrica non lo qualifica come un diver.
A Baselworld 2017 sono state presentate diverse novità.
Vediamo per prima la ref. 79733, ovvero il Black Bay S&G. Quadrante nero con
particolari in oro, al pari della corona, della zigrinatura della ghiera e della sezione
centrale del bracciale mentre il resto del bracciale, la carrure ed il
fondello sono in acciaio inox. È il primo Black Bay con la data, già presente
su qualche vecchio Submariner.
Forse meno interessante la ref. 79730 che, rispetto ai modelli già visti con
l'inserto ghiera in ceramica colorata, presenta un inserto in acciaio
spazzolato. Come la ref. 79733 anche questa riporta la data a ore 3.
Per venire incontro alle richieste dei clienti, per la prima volta nella storia
dei diver Tudor è stata introdotta un versione all-black in PVD, la 79230DK.
Ma quello che secondo me è il modello più interessante in assoluto è il Black
Bay Bronze, ref. 79250BM.
Innanzitutto il materiale. Mentre Rolex si gingilla in alternativa all'acciaio,
con oro e platino, Tudor ha scelto di utilizzare un metallo più umile che sta
riscontrando l'interesse di molti appassionati, il bronzo. Il motivo per cui
tanti sono attratti da questo metallo è che con il tempo si ossida formando in
superficie una patina irregolare che conferisce ad ogni orologio una sua
fisionomia personale. Tudor afferma di aver realizzato una lega di bronzo
particolare dove l'ossidazione dovrebbe apparire più omogenea.
In secondo luogo le dimensioni. Il diametro della cassa è stato aumentato a 43mm
per seguire la tendenza del pubblico verso casse più grandi.
Infine il quadrante. Anche se già presente su qualche Submariner Rolex la
soluzione dei numeri arabi a ore 3, 6 e 9 non s'era mai vista nella gamma
Submariner/Black Bay di Tudor.
Conclusa la presentazione delle novità Tudor a Baselworld 2017 passo ad
analizzare le differenze (tante) e le somiglianze (pochissime per fortuna) tra il risultato
finale dell'evoluzione dei due cugini.
Per Tudor ho scelto la versione Bronze perché oltre ad essere una delle ultime è
quella che sviluppa le maggiori caratteristiche personali, mentre il Rolex
scelto è la ref. 116610.
Dimensioni: i 43mm del Tudor sono più in linea con la moda attuale che
privilegia casse dal diametro importante.
Carrure: le carrure sono simili, ma le anse slanciate del Tudor sono più
piacevoli rispetto a quelle tozze degli ultimi Submariner.
Corona: come in tutti i Black Bay abbiamo la big crown senza spallette, mentre
il concorrente garantisce con le spallette una miglior protezione alla corona
più piccola.
Ghiera: più originale ed elegante la ghiera zigrinata del Tudor rispetto a quella dentellata
del Rolex.
Inserto: abbastanza simili, ma i caratteri del Black Bay sono più grandi e meno
spigolosi.
Lancette: sono quelle tradizionali dei rispettivi modelli e per entrambi
leggermente squilibrate. Un po' troppo massicce quelle del Tudor, un po' troppo sottili
quelle del Rolex.
Quadrante: gli indici a bicchierini sono in pratica gli unici elementi in
comune. I tre numeri arabi contribuiscono a differenziare sensibilmente il
quadrante. Nel Tudor c'è meno testo che poi risulta anche meno invadente grazie
alla maggiore dimensione del quadrante.
Data: il quadrante del Tudor è più pulito, però ci sono dei modelli Rolex
senza data (come pure dei Tudor con la data).
Colori: qui ovviamente bisogna considerare tutta la gamma. Entrambe offrono
diverse combinazioni cromatiche con poche sovrapposizioni.
Considerando il punto di partenza il Tudor ne ha fatta di strada. Già così è
difficile trovare dei riferimenti comuni con il Submariner, ma secondo me
sarebbe perfetto, soprattutto come coerenza stilistica, con gli indici quadrati
tipo Pelagos.
Conclusioni
Non si può dire che la partenza del Tudor sia stata delle migliori. Nella
prima fase, quella in cui si chiamava ancora Submariner, è sempre stato
considerato, e a ragione, un orologio di serie B. Una copia pedissequa del
coronato con un movimento di qualità inferiore non poteva fare breccia nel cuore
degli appassionati.
La rinascita avviene con la seconda edizione del 2012 con cui il Black Bay
oltre a cambiare nome cambia anche fisionomia.
Alla caratterizzazione personalizzata della prima generazione segue la
ciliegina sulla torta del movimento in-house della seconda generazione che viene
proposta in un'ampia gamma di soluzioni cromatiche.
A questo punto diventa un Orologio con la o maiuscola, ma anche un pericoloso
concorrente interno. Infatti anche se il prezzo sale, è ancora lontano rispetto a
quello di un Submariner di pari caratteristiche e per di più con un'estetica
fresca e moderna che fa apparire di colpo vecchio e superato il Rolex. Il quale
dalla sua ha ormai solo il marketing della casa. Arma sicuramente potente, ma che
alla lunga potrebbe dimostrarsi spuntata in mancanza di un reale rinnovamento
del modello. |