È relativamente da poco, dalla metà del 2012, che sono diventato preda di questa mania da collezionista che mi ha portato in casa un buon numero di orologi.
Sono partito da una conoscenza praticamente nulla di questo intrigante mondo e mi sono fatto una "cultura" frequentando assiduamente forum
italiani ed esteri, spazzolando la rete in continua ricerca di informazioni e curiosità, parlando con il mio orologiaio di fiducia, leggendo
libri (pochi) ed esaminando attentamente i vari pezzi acquistati.
Sui forum, quello che mi ha colpito, più che le caratteristiche degli orologi, è stato l'atteggiamento dei frequentatori nei confronti dei loro
oggetti del desiderio. Un forum è normalmente un piccolo campione dell'universo umano e quindi anche qui troviamo di tutto e di più. Si va dal
pragmatico totale per cui l'unica qualità richiesta è la precisione assoluta, al fedele ad oltranza disposto anche a sopprimere (verbalmente per
fortuna) chi osa ledere la maestà del marchio preferito. Ho scoperto così che tra gli appassionati di orologi, almeno tra quelli che frequentano i
forum, la maggioranza è composta da fanatici integralisti che accampano motivi assurdi per giustificare le loro prese di posizione. Si incontrano
anche persone dotate di buon senso disposte a dare una giusta lettura al loro amore per questo insieme di rotelline, molle e lancette, ma sono in
netta minoranza.
Non voglio qui parlare delle guerre di religione portate avanti dai seguaci di alcune case, Rolex in primis, ma dell'ostracismo manifestato dai più
nei confronti dell'orologio al quarzo.
Devo ammettere che anch'io inizialmente ero attratto dagli orologi meccanici,
mentre nei confronti dei quarzi, influenzato anche dalle opinioni predominanti
sui forum, manifestavo una sorta se non di disprezzo sicuramente di sufficienza.
Col tempo e con l'esperienza questo mio atteggiamento è mutato radicalmente: pur
continuando a piacermi i meccanici, ho elevato la mia considerazione per i
quarzi allo stesso livello degli altri.
L'orologio al quarzo è l'ultimo sviluppo tecnologico nel campo della misurazione del tempo. Le prime realizzazioni basate sullo scorrere dell'acqua
o della sabbia, sono poi state sostituite da sistemi più sofisticati con pesi
attratti dalla forza di gravità per generare la forza motrice e il pendolo per la
regolarizzazione del movimento. Infine la grande svolta prima negli orologi da taschino e poi finalmente in quelli da polso con l'introduzione
della molla e del bilanciere.
Per qualche secolo l'orologio portatile è stato costruito così con eventuale aggiunta di varie complicazioni,
ma sempre basato sul principio di una molla, che una volta caricata fornisce la potenza per muovere gli ingranaggi ed un bilanciere che
regolarizza l'avanzamento mantenendolo uniforme nelle varie circostanze.
Poi con l'avanzare dell'elettronica qualcuno ha pensato di applicare questa nuova tecnologia alla misurazione del tempo. I primi esperimenti
furono effettuati addirittura alla fine degli anni 20 del secolo scorso negli Stati Uniti, ma chi si dedicò anima e corpo allo sviluppo di
questo sistema fu la Seiko che nel 1959 realizzò il suo primo orologio al quarzo dalle ragguardevoli dimensioni (2,1 metri di altezza e 1,3
di larghezza).
La svolta storica si ebbe però il 25 dicembre 1969 con la presentazione ufficiale del
Seiko Astron. Questo primo orologio da
polso al quarzo, messo in vendita in una serie limitata di 100 esemplari ad un prezzo superiore a quello di una Toyota Corolla, ha innescato
una rivoluzione nel mondo dell'orologeria.
Inizialmente il costo di un simile segnatempo era elevatissimo, ma con la produzione in grande serie
resa possibile grazie ad una tecnologia che riduceva sensibilmente l'intervento umano, rispetto agli orologi meccanici classici, i prezzi
calarono sensibilmente col risultato di mettere in crisi le tradizionali case svizzere e tedesche. Molte di queste cessarono l'attività,
mentre quelle più grandi riuscirono a sopravvivere buttandosi anch'esse, seppur con un certo ritardo, sulla produzione di orologi al quarzo.
Negli anni 70-80 si rischiò addirittura la scomparsa degli orologi meccanici, ma alla fine l'entusiasmo per il
segnatempo al quarzo si smorzò, anche a causa
del prezzo sempre più basso che ne faceva un oggetto popolare, alla portata di tutti. Con un po' di snobismo e alquanta irrazionalità si
riaccese l'interesse per l'orologio meccanico grazie al fascino che suscita il complicato meccanismo utilizzato e le principali case del
continente europeo ripresero il controllo del mercato, almeno per il settore del lusso.
Oggi le case svizzere offrono le loro linee top con movimenti meccanici; alcune però affiancano a questi modelli altri più economici forniti
con movimenti al quarzo, spesso con parti di provenienza orientale.
In Giappone, patria storica del quarzo, le cose stanno diversamente. Seiko
ha una gamma infinita di modelli equamente divisi tra meccanici e quarzo, Citizen ha abbandonato quasi del tutto i meccanici per dedicarsi
ai suoi Eco-Drive al quarzo, Orient ha diviso nettamente la produzione: i modelli di punta sono meccanici mentre i quarzi sono destinati
alla fascia economica e infine Casio produce esclusivamente orologi al quarzo, molti in versione digitale.
Se andiamo ora a fare un confronto solo sui fatti tra quarzo e meccanico, quest'ultimo ne uscirà con le ossa rotte. Rispetto al meccanico
il quarzo presenta:
- Costo d'acquisto sensibilmente inferiore
Un buon movimento al quarzo si trova sui 20€ mentre per un meccanico solo tempo decente bisogna mettere in preventivo 200-300€ per un
movimento svizzero, un terzo circa per un asiatico di qualità equivalente
- Costo di esercizio estremamente inferiore
Cambio batteria ogni 3-5 anni (5€) contro revisione ogni 5-10anni (200-300€)
- Precisione molto più elevata
Un quarzo normale sgarra meno di un secondo al giorno rispetto ai -4/+6 di un cronometro certificato
COSC
- Maggior robustezza
Non avendo organi delicati come molla e bilanciere l'orologio al quarzo è
molto meno sensibile agli urti.
- Dimensioni e peso inferiori per un miglior confort al polso
Lo spessore minore permette un fondello piatto che si adagia in modo confortevole sul polso mentre le dimensioni ridotte impongono
meno vincoli al progettista della parte esterna.
Quanto visto sopra vale per i solo tempo, ma è ancora più vero per una particolare categoria di orologi: i cronografi.
Infatti se è vero che grazie ai giapponesi e ai cinesi si possono trovare orologi solo tempo dotati di movimenti automatici sotto ai 100 $
altrettanto non si può dire per i
cronografi automatici i cui movimenti sono ancora molto costosi. E quindi per uno squattrinato che
desidera un cronografo l'unica scelta possibile
è quella del quarzo.
Ci sarebbe un altro vantaggio, ma non lo metto sulla lista soprastante in quanto
riguarda un numero limitato di persone, cioè quelli come me che hanno
diversi orologi che amano indossare a rotazione. In questo caso il quarzo è
sempre pronto da usare mentre gli automatici, a meno di non avere una
batteria di watch winder, bisogna ricaricarli e impostare ora ed eventuali
date.
Rispetto a tutti questi vantaggi il quarzo non presenta svantaggi concreti. L'unica differenza visibile è il movimento della lancetta
dei secondi che nel quarzo avanza a scatti di un secondo mentre nel meccanico ha uno scorrimento fluido (con le debite, ma rare eccezioni).
Però il motivo per cui molti
appassionati snobbano il quarzo è qualcosa che normalmente non è visibile a meno che non si tratti di uno scheletrato o almeno di un
orologio dotato di fondello trasparente: è il complicato insieme di ingranaggi e ruotismi che si contrappone all'apparente semplicità del quarzo.
Ora questa diffusa sottovalutazione del quarzo deriva da quelle due parole "apparente semplicità". In realtà non c'è nulla di semplice
in un movimento al quarzo se non l'aspetto esteriore. Se dai primi esperimenti all'effettiva realizzazione di un modello da polso ci
sono voluti più di quarant'anni un motivo ci sarà. Qui non ci sono tante rotelle che girano, ma
la ricerca della miniaturizzazione spinta e la logica inserita nei circuiti
integrati sono il frutto del lavoro di un numeroso gruppo di cervelli geniali.
Sarebbe ora di rivalutare questo tipo di movimento
perché la sua parte migliore sta, proprio come in un orologio meccanico, dove non si vede.
E c'è un'altra considerazione da fare per ridare dignità a questa soluzione e per metterla allo stesso livello, se non superiore,
di quella meccanica: IL QUARZO È L'OROLOGIO DEL FUTURO!
L'orologio meccanico è un prodotto maturo su cui poco si può fare per migliorarne ulteriormente le caratteristiche. Difficile
trovare materiali nuovi per molle e ingranaggi, le 36.000 alternanze/ora (5 Hz) sono un limite praticamente insuperabile e
quindi la possibilità di sviluppo è estremamente limitata e possibile solo a costi molto elevati. L'ETA 2824 è stato introdotto
nel 1961 e l'ETA 7750 è del 1970. Negli anni le modifiche apportate a questi movimenti sono state minime.
Per contro il quarzo è
in continua evoluzione. Il primo Astron aveva circuiti integrati assieme a componenti discreti ed una frequenza di 8.192Hz.
Successivamente l'elettronica veniva compressa in un unico circuito integrato e la frequenza raggiungeva i 32.768Hz
ottimizzando
il processo di produzione e migliorando l'accuratezza di funzionamento.
Il passo successivo fu il movimento al quarzo termocompensato detto
anche superquartz che introduceva un circuito elettronico specifico, o una coppia di quarzi, per la regolazione della velocità in
funzione della temperatura. A questo punto i costruttori svizzeri di fermarono lasciando campo libero ai giapponesi per ulteriori sviluppi.
Che non si fecero attendere: Solar di Seiko e Eco-Drive di Citizen sostituirono le classiche pile con accumulatori ricaricabili
tramite apposite celle sul quadrante che captano la luce, rimandando la sostituzione delle pile ad intervalli temporali molto più lunghi. Con lo
stesso scopo Seiko realizzò il Kinetic, un sistema che utilizzando un rotore simile a quello degli automatici trasforma
l'energia cinetica ottenuta con il movimento del polso in energia elettrica immagazzinata anch'essa in un accumulatore.
Un'altra interessante soluzione fu il mecaquartz, prodotto principalmente da Seiko. Si tratta di un sistema ibrido in cui
al classico quarzo solo tempo viene aggiunto un sistema meccanico per la gestione del cronografo, la cui lancetta
centrale dei
secondi si muove al ritmo di cinque scatti al secondo e con il ritorno immediato a zero di tutte le lancette del cronografo
come avviene nei meccanici.
Anche Festina produce una serie di orologi che chiama Mecaquartz, ma in
questo caso si tratta di movimenti tipo il Kinetic della Seiko con un rotore che carica un accumulatore che a sua volta alimenta un movimento al
quarzo.
Un'altra soluzione ibrida, molto più sofisticata, sempre di Seiko, è quella
chiamata Spring Drive. Si tratta di una realizzazione high-end in quanto basata
su un classico movimento automatico a molla in cui il bilanciere è sostituito da un
circuito integrato che provvede tramite un quarzo alla regolarizzazione della
velocità. Caratteristiche uniche di questa soluzione sono il movimento
realmente continuo della lancetta dei secondi, senza il minimo scatto non
essendoci uno scappamento, e la mancanza della batteria in quanto il circuito
integrato è alimentato dalla corrente ottenuta convertendo parte dell'energia
sprigionata dalla molla. La base meccanica limita l'accuratezza ad un secondo al
giorno.
Ultimamente Bulova (gruppo Citizen) ha presentato il movimento
Precisionist che utilizza un
risonatore al quarzo a tre punte invece di quello classico a due punte e lavora per torsione e non per oscillazione ad una
frequenza di 262,144 kHz, otto volte superiore a quella dai quarzi normali con una precisione dichiarata di 10 secondi
all'anno (10 spy), la cui caratteristica più interessante è il movimento fluido della lancetta dei secondi centrale con 8
scatti al secondo che a vista lo rende indistinguibile da un meccanico se non
per la maggior fluidità ottenuta.
Ci sono diversi orologi di Seiko e Citizen dichiarati 5 spy e Citizen aveva in passato in catalogo un paio di calibri
dichiarati addirittura 3 spy. La caccia alla precisione assoluta si è fermata perché offrire uno scarto massimo di 3 secondi l'anno non ha
senso quando comunque due volte all'anno devo rimettere il tempo manualmente causa ora legale.
Infine vale la pena di accennare ad
un'altra soluzione per avere sempre l'ora precisa con aggiustamento automatico anche del cambio dell'ora legale: l'orologio
radiocontrollato.
E' uno sporco trucco, ma funziona, Infatti l'orologio per sé stesso non
presenta una grande precisione intrinseca, ma viene quotidianamente riallineato con un orologio atomico tramite segnale radio. L'unico inconveniente di questa
soluzione è che i centri radio sono pochi e se ci si trova molto lontani da uno di essi la sincronizzazione non sempre avviene correttamente.
Credo non si possa negare che, in termini di prestazioni assolute, l'orologio al quarzo ha superato indiscutibilmente quello meccanico, e
mentre quest'ultimo non ha spazio per ulteriori miglioramenti, quello al quarzo, magari mescolando le varie tecnologie viste sopra,
potrà stupirci con nuovi sviluppi ancora per un bel po'.
Ci sarebbero poi gli Smartwatch, ma questi in realtà sono dei gadget, in cui, a
differenza degli orologi veri, la visualizzazione del tempo è una funzione
secondaria. |