17/5/19 Da buon collezionista ogni tanto mi piace inserire in
scuderia un pezzo che si distingua per degli aspetti particolari. Questa volta è
toccato a un orologio che aveva due caratteristiche non ancora presenti nella
mia collezione: di produzione russa e con un quadrante a 24 ore. Credo che
questo Komandirskie sia l'automatico 24 ore più economico presente sul mercato e
questo fatto unito alla possibilità di toccare con mano un orologio russo (da
tanto tempo guardavo con interesse agli Amphibia) mi ha convinto all'acquisto.
Il quadrante a 24 ore mi ha sempre affascinato anche perché, a rigor di
logica, quello dovrebbe essere il modo di rappresentare le ore di un giorno
intero. Il quadrante a 12 ore è ormai entrato nella consuetudine universale
mentre i
24 ore sono molto rari. Immagino che questa suddivisione del giorno in due parti
di 12 ore sia dovuta al fatto che i primi orologi comparirono sui campanili e in
mancanza di adeguata illuminazione artificiale la lettura del tempo poteva
avvenire solamente durante le ore diurne, per cui onde sfruttare al massimo la
capacità del quadrante e la conseguente facilità di lettura, forse si decise di
rappresentare solamente le dodici ore in cui era disponibile la luce naturale.
Boh, chi lo sa.
La spedizione da Mosca è stata preoccupante, per circa un mese non ci fu
nessun aggiornamento alle informazioni di tracking, ma alla fine il
pacchetto riemerse dal buco nero e dopo 50 giorni arrivò finalmente a
destinazione.
L'orologio, ben protetto da vari fogli di gommapiuma arriva dentro una
scatoletta di plastica rossa che oltre all'orologio contiene due foglietti, uno
per la garanzia valida in Russia e uno di istruzioni purtroppo solo in
russo.
Abituato come sono ai cino-giapponesi mi trovo davanti ad un altro mondo. È
tutto diverso, dall'estetica alla finitura alle caratteristiche
tecnico-funzionali.
L'aspetto più evidente è ovviamente la
distribuzione sulle 24 ore. Il quadrante ha uno sfondo blu con un
particolare effetto cangiante diverso dal classico soleil e riporta quasi
tutte le informazioni stampate in bianco. Gli indici delle ore sono
rappresentati da numeri arabi con una pallina luminescente sovrastante nelle posizioni pari,
mentre in quelle dispari, per non rendere troppo affollata la scala, da bastoni
bianchi più corposi di quelli dei minuti. Colpisce il fatto che i numeri degli
indici siano tutti diversi tra di loro come se fossero dipinti a mano. Esclusa
per motivi economici questa ipotesi, la sola spiegazione è la mancanza di
accuratezza nella produzione della matrice di stampa. La lettura dell'ora
richiede un periodo di adattamento, abituati come siamo al quadrante a 12
ore. Inoltre la leggibilità dei minuti è disturbata dagli indici delle ore
dispari, un bastone bianco che si colloca a metà del minuto.
A ore 6 la finestrella bordata in bianco della data, con sfondo bianco e
caratteri in nero molto esili, ma abbastanza ben leggibili.
A ore 12 troviamo il logo, una B stilizzata che nell'alfabeto cirillico
corrisponde alla V di Vostok, e sotto sempre in cirillico il modello
Komandirskie. A ore 6 una nota di rosso vivacizza il quadrante con una specie di
grado militare formato da due galloni con sovrapposta una stella e sotto il
numero di rubini utilizzati, questo di nuovo in bianco.
Le lancette delle ore e dei minuti, a freccia la prima e a matita la seconda,
sono bordate in inox con vernice luminescente all'interno. La lancetta dei
secondi con un rettangolino bianco non luminescente verso la punta è di un bel
rosso vivo.
Il quadrante è protetto da un trasparente acrilico piuttosto bombato che fa
molto vintage.
La ghiera curiosamente ruota in entrambe le direzioni e senza scatti. L'inserto
in acciaio inox riporta in incisione riempita di nero i minuti ogni 5, in numeri
arabi ogni 10 e a bastoni gli altri. Un triangolo isoscele ribaltato senza
pallina luminescente identifica i 60 mentre una strana composizione in crescendo
evidenzia i primi 15 minuti.
La cassa è completamente spazzolata. I lati spigolosi presentano un
andamento delle anse non molto curvo verso il basso causando un "galleggiamento"
sul polso. La corona a vite ben dimensionata è priva di logo.
Il fondello a vite spazzolato riporta alcune informazioni in cirillico
tra cui l'impermeabilità di 200m.
Il bracciale è decisamente misero con le maglie ripiegate anche se i
settori esterni non fanno vedere lo "strudel" come invece capita sui modelli più
economici di Casio, Seiko e Citizen (e per questa ultima casa non solo per i più
economici). I finali sono dritti, il che potrebbe essere giustificato dalla
forma della cassa tra le anse, tuttavia i fori interni alle anse sono
posizionati all'estremità lasciando quindi un bel po' di spazio vuoto. Inoltre
trovo infelice la scelta del settore centrale lucidato che mal si accorda con la
cassa tutta spazzolata. A questo si potrebbe rimediare facilmente con una
spugnetta Scotchbrite, ma probabilmente provvederò a sostituire il bracciale
originale anche a causa della chiusura stampata, probabilmente di provenienza
cinese veramente cheap.
Al polso grazie alle dimensioni modeste si trova bene su qualsiasi polso
anche se, a causa delle anse poco incurvate verso il basso, rimane un po'
rialzato.
L'orologio è decisamente rustico e il bracciale di serie non gli si addice
proprio. La prima alternativa è un Nato blu e rosso che gli si accorda
cromaticamente. Direi che abbiamo già un notevole miglioramento.
Il Nato, con il suo doppio strato, tende ad aumentare il problema delle anse
poco incurvate verso il basso portando l'orologio a galleggiare sul polso. Un
paio di forbici aiutano a risolvere il problema tagliando il secondo strato
trasformando il cinturino in un RAF. Personalmente non ho mai capito la funzione
di questo secondo strato se non a livello estetico per inserire un passante
metallico subito sotto l'orologio. Infatti anche eliminando questa parte lo
scopo per cui era stato progettato il Nato, quello cioè di non perdere
l'orologio se una delle ansette avesse ceduto, viene comunque mantenuto.
Dopo questa operazione l'orologio si adagia sul polso molto meglio.
Il fatto di poter utilizzare un bracciale a finali dritti amplia notevolmente la
scelta dei candidati. Ho preferito evitare un Oyster, simile all'originale, ma
secondo me troppo elegante, per finire su questo Hexad le cui maglie spigolose
ben si adattano alla rusticità dell'orologio. Assieme al Nato visto prima mi
sembra un'ottima soluzione. Mi piacerebbe vederlo anche con un Engineer, ma per
il momento non ce n'ho uno a disposizione. Quando capiterà …
La luminescenza non è un granché, non molto diversa dai cinesi di pari
fascia.
28/6/19 Ora che il prezzo si sta abbassando, ma soprattutto ora che sono disponibili più colori, posso prendere in considerazione
questi cinturini in stile MN nonostante la macchinosità del montaggio e la difficoltà della chiusura. compensate dall'estetica
originale e dalla comodità al polso.
Conclusioni
La prima impressione è quella di trovarsi di fronte a un NOS, un fondo di
magazzino. E invece no, questo è un orologio tuttora in produzione anche se con
le stesse caratteristiche che aveva nel 1967, anno della nascita.
Il confronto con i cino-giapponesi è obbligato e impietoso. Vostok è una
società fondata nel 1942 per produrre segnatempo destinati alle forze militari
russe e ha sempre seguito una politica tecnologica conservatrice e autarchica.
Sea-Gull, la più vecchia casa cinese è relativamente più giovane, nasce nel
1955, ma, oltre che copiare movimenti di origine occidentale, ha sviluppato
movimenti originali di concezione moderna. Altri produttori, magari non famosi
come Sea-Gull, usano spesso movimenti giapponesi come Seiko e Miyota
garantendo affidabilità e facilità di manutenzione.
Analizzando il prodotto si capisce perché tutti dicono: costruito come un
tank russo. Da l'idea della robustezza, ma si nota subito una finitura piuttosto
grossolana; ci sono parecchie zone in cui i bordi sono taglienti come
all'interno delle anse, sulla corona e sulla merlatura della ghiera, che non
lascia una sensazione piacevole ai polpastrelli quando si vuole ruotarla. Anche
il bracciale a maglie ripiegate non contribuisce a conferire una sensazione di
qualità. Il vetro in acrilico è molto delicato, facile a graffiarsi,
mentre la forte bombatura farà anche vintage, ma sotto certe angolature
produce forti distorsioni.
A livello funzionale lascia interdetti la scelta della rotazione
bidirezionale della ghiera. Inoltre la mancanza degli scatti ne permette la
rotazione involontaria. Pure la luminescenza per quello che doveva essere un
diver dedicato ai militari è assolutamente insufficiente.
Infine la meccanica. Il movimento automatico ha 19.800 A/h, 31 ore di riserva di carica
e stranamente ben 31 rubini. Ha la ricarica manuale, ma non il fermo macchina.
Una volta svitata la corona ho pensato che fosse rotta in quanto risultava
completamente allentata e dondolava come se non fosse stata collegata all'alberino. Poi
ho scoperto che è proprio costruita così e, anche se non è comodo, sono riuscito
ad impostare l'ora, In compenso è molto facile riavvitarla, anche quando non si
vuole farlo. Pur avendo la data non c'è una funzione di cambio data rapido e
quindi bisogna far girare le lancette cambiando la data ogni mezzanotte
fino alla data desiderata. Oppure sempre con le lancette passare mezzanotte e
poi tornare indietro fino alle 20, ripassare mezzanotte e così via. Però ho
riscontrato un cosa positiva non presente sui PMW cino-giapponesi: il cambio
della data scatta a mezzanotte in punto. Riguardo alla precisione non posso dire
nulla, È ancora troppo presto, ma dopo avergli lasciato del tempo per
assestarsi tornerò sull'argomento.
Che dire, sono deluso? No, perché certe cose me l'aspettavo, perché è bello
nella sua originalità e perché rappresenta un pezzo di storia. E qui apro una
parentesi storica appunto sulla genesi del Komandirskie.
Nel 1967, il governo sovietico ordinò alla Vostok di progettare un orologio
da sub che fosse paragonabile a quello delle marche occidentali come Rolex,
Omega e Seiko, almeno per la possibilità di operare a profondità fino a 200
metri. Non si potevano usare i brevetti esistenti a causa della politica
sovietica di non pagare le tasse di licenza sui brevetti occidentali, quindi la
ripartenza da zero era obbligatoria. Due tecnici della Vostok, Mikhail Novikov e
Vera Belova analizzarono vari modelli di orologi occidentali per comprenderne il
funzionamento e per trovare nuove soluzioni per un orologio che potesse
resistere a pressioni estreme e a shock . Realizzarono tre innovazioni di base,
con il cristallo, il fondello e la corona. Usando un cristallo di plastica
curvo, sfruttarono la flessibilità della plastica per creare un sigillo in cui
la compressione fa sì che il cristallo si espanda di diametro e quindi rafforzi
la tenuta, eliminando la necessità di guarnizioni speciali in gomma.
Svilupparono un fondello in due pezzi che compresso fornisce una migliore
tenuta. Infine, la corona si avvita come un tappo su una bottiglia, ed è
allentata una volta svitata in modo che lo shock alla cassa non pieghi o rompa
l'alberino. L'orologio di produzione risultante fu testato nel Mare del Nord
durante un salvataggio simulato di un sottomarino alla fine degli anni '60 senza
problemi.
Al suo confronto i cinesi tipo Parnis sembrano campioni di raffinatezza, ma bisogna accettarlo
così com'è perché i suoi difetti fanno parte del carattere
che comunque denota un forte personalità. Difficile confonderlo con la
produzione di tutto il resto del mondo. Ciononostante non ha fatto scattare in
me quella scintilla che temevo, che mi avrebbe costretto a raccogliere molte
delle tantissime varianti di forma e colore. Penso che gli aggiungerò un
Amphibia e che la collezione di orologi russi si fermerà qui.
Pro e Contro
PRO
Forte personalità
Quadrante 24h
Costruzione robusta
Impermeabilità di 200m
Automatico con ricarica manuale
Cambio della data istantaneo alla mezzanotte
CONTRO
Ghiera bidirezionale e senza scatti
Finitura che lascia a desiderare con molti bordi taglienti
Vetro acrilico delicato
Mancanza di un cambio data veloce
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