24/9/18 Questo per me era veramente
quello che i collezionisti di orologi chiamano il Sacro Graal, l'oggetto del
desiderio, la ricerca infinita. Il primo vero diver, sempre bellissimo. Sto parlando naturalmente del Blancpain Fifty Fathoms
che precorre di un anno il Rolex Submariner, un bell'orologio anch'esso,
ma che essendo decisamente sovraesposto mediaticamente, anche grazie alle tantissime
imitazioni, agli occhi miei perde importanza rispetto all'originalità del Fifty
Fathoms.
Naturalmente, come al solito, mi devo accontentare di una copia, essendo
l'originale fuori portata economica, ma per me è come se avessi quello vero.
Probabilmente è l'orologio che apprezzo di più esteticamente, ma finora l'unica
copia che avevo trovato era il Reef Tiger, bello, ma secondo me troppo caro.
Avevo pensato anche ad una replica; non ho niente contro le repliche, ma
preferisco copie e hommage perché non voglio dare l'impressione di ostentare
orologi di marca solo per una questione di immagine. Attualmente sono in una
fase di ricerca di copie dei bei orologi di un tempo, ma trovare delle copie
interessanti è molto più difficile, e da più soddisfazione, che reperire delle repliche che ormai sono
facilmente disponibili per qualsiasi tipo di orologio. Penso sia necessario
fare una piccola storia del Fifty Fathoms. Nei primi anni cinquanta del secolo
scorso la marina militare francese cercava un orologio impermeabile con
caratteristiche militari per
equipaggiare il corpo degli uomini rana. L'incarico di definire le specifiche di
questo orologio militare fu conferito a due ufficiali, il capitano Robert Maloubier e il tenente Claude Riffaud. Essi contattarono inizialmente una casa
francese, la LIP, ma si sentirono dire che un orologio di quel tipo non avrebbe
avuto nessun futuro. Si rivolsero allora ad una piccola casa svizzera, la
Blancpain, e qui ebbero la fortuna di incontrare un manager appassionato di
immersioni che lavorò entusiasticamente sul progetto. Nel 1953 l'orologio era
pronto e venne battezzato con il nome Fifty Fathoms (50 braccia, circa 91
metri). Le caratteristiche erano già quelle di un moderno diver, elevata
impermeabilità, ottima leggibilità, lunetta unidirezionale per il controllo dei
tempi di immersione e fu subito un successo tanto che venne acquistato da diverse
marine militari di tutto il mondo. Solamente un anno dopo doveva nascere il
Rolex Submariner, oggi molto più famoso, ma secondo me meno fascinoso. Quello che ho acquistato è
chiaramente una copia della recente referenza 5015. Le differenze rispetto all'originale sono minime: la forma delle lancette dove la punta presenta delle linee rette invece che curve
e la mancanza della data a ore 4:30. Quest'ultima assenza è strana poiché il movimento 8215 offre la funzione relativa, ma per me è una
cosa positiva
in quanto il quadrante ha un aspetto più pulito.
Com'è tradizione per Parnis & Co. l'orologio è arrivato in una busta di plastica all'interno di un box
in polistirolo.
Sul quadrante nero opaco spiccano gli indici riportati con bordo inox e
riempimento luminescente. Alle quattro posizioni principali troviamo dei numeri
arabi, mentre gli altri indici sono di forma trapezoidale. Anche le lancette
sono bordate inox e riempite di vernice luminescente. La lancetta dei secondi ha
la punta dipinta in rosso. Il testo è limitato al marchio a ore 12 e alla scritta Automatic a ore 6.
Un vetro minerale bombato, non esente da riflessi, ricopre il tutto.
La parte più bella di questo orologio secondo me è la ghiera in vetro, convessa
e con tutti gli indici luminescenti. A minuti 60 il rombo che identifica
univocamente il Fifty Fathoms. Effettua un giro completo in 120 scatti, ma
presenta un gioco eccessivo.
Tutta la cassa, esterno ghiera, carrure e fondello, è lucidata. Lo spessore è
proporzionato al diametro.
La corona a vite è senza logo. Due spallette non troppo pronunciate la
proteggono da eventuali urti.
Il fondello inox a vite è completamente sterile
Il cinturino in nylon nero effetto tessuto vela, rivestito internamente in
pelle, con cuciture in tinta è piuttosto rigido. Spero che con
l'uso si ammorbidisca,
Il cinturino è fissato alle anse tramite viti (tipo Panerai)
Indossandolo fa sentire le sue dimensioni richiedendo un polso medio-grande.
La luminescenza, confrontata con quella del solito 009, non è un granché, però
fa un certo effetto vederla riportata anche sulla ghiera. La durata purtroppo è molto
breve.
21/12/18
Il suo cinturino esteticamente è passabile, ma, anche con l'utilizzo, è rimasto troppo rigido. Ho cercato di rimediare
ordinandone uno nuovo simile sperando che sia più morbido. Quello trovato, sempre in nylon, ha un aspetto tela più realistico e la chiusura
deployant
decisamente più comoda. Dopo un po' di tempo si è adattato al polso risultando molto più comodo di quello originale.
Per uno dei diver più classici niente di meglio di uno shark mesh.
Conclusioni
Come dicevo all'inizio questo è per me il più bel diver esistente e uno degli orologi
più belli in assoluto.
La presenza al polso, il carattere personale,
l'estrema leggibilità, la ghiera lucida convessa ne fanno un pezzo veramente
originale (grazie Blancpain). Mi sarebbe piaciuto averlo in blu, ma, almeno per
il momento, è disponibile solo in nero o in verde.
Pro e Contro
PRO
Forte carattere
Materiali e finitura ottimi
Movimento giapponese affidabile
Ottima leggibilità
CONTRO
Solite lacune cinesi: impermeabilità e luminescenza |