Sergio Gardoni - Collezionista PMW

Movimento:  Quarzo Calibro:  6S20 Complicazioni:  Data, cronografo
Diametro cassa:  40,00mm Spessore cassa:  12,00mm Diametro vetro:  33,00mm Larghezza tra anse:  20mm
Da ansa ad ansa:  48,75mm Impermeabile:  50m Peso:  59g Acquistato da:  Ebay

 

6/7/18

Prosegue la corsa agli hommage.

Da molto tempo avevo messo nel mirino il Gigandet Race King G5-008, l'hommage del Daytona Paul Newman con quadrante e ghiera neri e bracciale in acciaio. Purtroppo non è più disponibile da parecchi mesi e quando ho trovato in asta su Ebay il G5-004 con cinturino in pelle ci ho provato e me lo sono aggiudicato con una ventina di euro di risparmio rispetto al prezzo Amazon.

Ritengo opportuno rifare brevemente la storia del Daytona Paul Newman perché illustra perfettamente la furbizia di una casa come la Rolex che riesce come in questo caso a trasformare un flop in un successo planetario.

Tutto nasce attorno al 1967 quando la casa decide di affiancare all'esistente Daytona ref. 6239 con sfondo nero e sottoquadranti bianchi una versione con la stessa referenza, ma con un quadrante più vivace a tre colori.

Solo il quadrante differenzia questa nuova versione: sfondo sempre nero, ma spariti gli indici interni delle ore, sottoquadranti color crema e zona del rehaut dello stesso colore con indici rossi. Inoltre cambia il font dei sottoquadranti, più elaborato e con dei quadratini al limite interno degli indici.

Seguono versioni con quadrante crema e ghiera e sottoquadranti neri e con migliorie al movimento. Questa nuova versione con il quadrante ribattezzato exotic o tropical però si dimostra subito un flop.

Le vendite non decollano, è uno dei pochi modelli per cui i venditori propongono uno sconto invece che un supplemento sul prezzo di listino. La casa si rende conto del problema e blocca la produzione con il risultato di farne un modello raro.

A questo punto Paul Newman si fa fotografare casualmente con uno di questi modelli al polso. Ed è la svolta. Un collezionista italiano (i nostri connazionali hanno sempre avuto una passione particolare per i Rolex) gli affibbia il soprannome con cui sarà conosciuto in tutto il mondo e che farà la sua fortuna: Daytona Paul Newman.

E così il brutto anatroccolo diventa il pezzo più ambito dai collezionisti fino a spuntare l'anno scorso ad un'asta l'incredibile prezzo di quasi 18 milioni di dollari.

Per molto meno mi è arrivato questo Gigandet che si ispira alla prima versione del Paul Newman (ref. 6239) di cui rispetta i tre colori anche se ovviamente non ho avuto modo di fare una verifica dal vivo.

La confezione è più misera del solito. Invece della classica scatola di latta trovo un'anonima scatoletta di plastica nera con coperchio in cartone con all'intermo un cuscinetto di gomma piuma nera su cui è avvolto l'orologio. Fattura e un foglio fotocopiato con le istruzioni in tedesco completano la confezione. All'esterno dei buoni sconto per prodotti di abbigliamento, il tutto rigorosamente in tedesco. Contrariamente al solito nessuna scheda di garanzia.

Oltre che alla diversa funzionalità dei sottoquadranti, dovuta all'impiego di un modesto quarzo della Citizen, la differenza più evidente è la mancanza dei quadratini finali nei sottoquadranti stessi. Inoltre i numeri arabi del tachimetro sulla ghiera sono più piccoli.

Il quadrante è nero opaco mentre i tre sottoquadranti contrastano con un bel colore crema e sono facilmente leggibili grazie al colore nero delle relative lancette.

L'area delle scala è in fondo crema con indici dei minuti in rosso con barrette sempre rosse, ma più piccole per i quinti di secondo. Ogni 5 minuti l'indice è più spesso e nero affiancato da un piccolo cerchio luminescente.

A ore 12 campeggia il marchio Gigandet con caratteri simili a quelli dei Gigandet svizzeri originali, ma decisamente troppo grandi.

Veniamo ora alla parte cronometrica.

La lancetta cronometrica dei secondi è quella centrale rendendo così fruibile la funzione del tachimetro sulla ghiera.

Il sottoquadrante a ore 3 ospita una lancetta che fa un giro completo in venti scatti al secondo, anche se gli indici principali sono al decimo e i sotto indici al quinto di decimo (cinquantesimo di secondo?). La lancetta gira solo per i primi 30 secondi dopo aver premuto i pulsante start e poi si ferma, salvo poi posizionarsi sul valore effettivo quando si preme il pulsante stop.

A ore 6 troviamo il sottoquadrante dei secondi continui, mentre a ore 9 abbiamo il sottoquadrante dei minuti cronometrici. La lettura di quest'ultimo valore è problematica per due motivi: primo perché mancano gli indici dei minuti, ce n'è uno ogni cinque, e secondo perché il movimento della lancetta non è a scatti ogni minuto, ma continuo.

Il cronografo riesce a misurare un tempo della durata massima di 59 minuti e 59 secondi.

I pulsanti a pompa un po' duri presentano uno scatto secco, la lancetta dei secondi avanza in modo fluido (5Hz?) ed il suo ritorno in posizione zero è quello lento classico dei quarzi.

Le lancette sottili sono in acciaio inox, quelle di ore e minuti sono ricoperte di vernice luminescente nella parte interna così come lo sono i puntini interni agli indici delle ore.

A ore 4:30 si apre la finestrella della data senza bordi con caratteri neri su sfondo bianco.

Un vetro minerale piatto ricopre il tutto.

La lunetta fissa in acciaio inossidabile riporta dei valori incisi in nero da 50 a 200 unità/ora.

La carrure ha le anse giustamente rivolte verso il basso. Queste anse un po' squadrate sono la parte che più si differenzia dall'originale. I pulsanti a pompa e la corona a scatto con logo caratterizzano il lato destro.

Il fondello riporta la consueta incisione della caravella.

Tutta la cassa è in acciaio lucidato tranne la parte superiore delle anse che è spazzolata.

Il cinturino è un onesto cinturino in pelle nera con cuciture chiare stampato coccodrillo. La fibbia in acciaio lucido riporta un piccolo logo. Avrei preferito il bracciale in acciaio, a maglie piene, e quindi migliore di quello a maglie ripiegate dell'antenato da 18 milioni di dollari, ma nessuna delle varianti che lo offriva era di mio gradimento.

Al polso si porta benissimo grazie alle sue dimensioni relativamente ridotte.

E infine la luminescenza. Com'era da aspettarselo è piuttosto scarsa. Per quello che serve.

 

17/7/18

Siamo in piena estate e il cinturino in pelle mi fa sudare. Non lo vedo bene con un Nato, pertanto provo a fargli indossare questo President in acciaio. Più portabile col caldo, ma esteticamente non mi convince, Dovrò cercare qualcos'altro

Conclusioni

Non ho molta simpatia per Rolex come casa. Detesto la sua sfacciata politica di marketing, che le permette di far lievitare i prezzi in maniera improponibile per qualsiasi altro prodotto di lusso. Quando uscì nel 1963 il Daytona in acciaio costava duecento dollari, (lo stipendio di due mesi di un impiegato), una cifra ben lontana, anche considerando l'inflazione, dagli undicimila euro abbondanti richiesti oggi. D'altronde, fin che riesce a vendere a queste condizioni, evidentemente ha ragione e fa bene ad alzare i prezzi costantemente.

Nonostante la mia antipatia viscerale per Rolex devo ammettere che alcuni suoi prodotti sono molto belli. Sono particolarmente riusciti il Submariner con tutti i suoi derivati e il Daytona, che ancor oggi, a distanza di tanti anni, con poche modifiche sono tuttora sulla cresta dell'onda. Ed è per questo che nella mia collezione ci sono tanti hommage ai classici Rolex. Submariner sopratutto, ma anche i suoi derivati come Yacht-Master, Milgauss e GMT Master. Mi mancava qualcosa ispirato al Daytona e finalmente ho colmato questa lacuna.

Con la sua inconfondibile aria vintage il Daytona Paul Newman è sicuramente uno dei più belli orologi di sempre, per me decisamente superiore esteticamente ai Daytona più recenti. Gigandet ha fatto un buon lavoro con un'ottima resa cromatica. Mi sarebbe piaciuta anche la versione con il quadrante crema, quella del fenomeno da 18 milioni di dollari, disponibile da Alpha. Interessante per l'utilizzo di un movimento cronografico manuale Sea-Gull, ma sono rimasto dissuaso dall'acquisto perché impiega una corona a vite, il che significa che ogni giorno per ricaricarlo bisogna svitare e riavvitare la corona, operazione che oltre a non essere particolarmente agevole, se fatta con troppa frequenza può rovinare la filettature sulla cassa.

Per ora, come Daytona, mi fermo qua. In futuro dovessi trovare un quadrante crema come dico io, un fratellino glielo potrei regalare.

Pro e Contro

PRO

Estetica vintage senza tempo
Materiali e finitura ottimi
Buona leggibilità
Movimento al quarzo giapponese affidabile
Tachimetro funzionante

CONTRO

Lettura del sottoquadrante dei minuti cronometrici difficoltosa