24/1/20 E continuiamo con gli hommage.
Questa volta si tratta di una casa poco conosciuta al di fuori del ristretto
cerchio degli appassionati di orologi: la Squale. Non parliamo di microbrand
come qualcuno erroneamente la qualifica, ma di una casa che ha avuto un posto
importante nella storia orologiera. E penso che sia giusto farne qui un breve
cenno.
Nel 1950 Charles e Hélène von Buren fondarono un'azienda produttrice di
orologi chiamata von Buren SA nella città svizzera di Neuchâtel. Essendo Charles
un appassionato di immersioni subacquee l'azienda cominciò a sperimentare nel
campo dei diver. Nel 1959 la società cambiò nome in Squale (squalo in francese)
iniziando a produrre casse impermeabili molto apprezzate per diverse case
svizzere tra cui Blancpain, Doxa, Heuer ed altre.
Verso la fine degli anni '60 cominciò la produzione di orologi diver completi
con il marchio Squale, marchio che collezionò diversi successi al polso di molti
campioni di immersione in apnea, oltre ad essere fornito a componenti militari
di diversi paesi.
Colpita dalla crisi innescata dall'avvento dell'orologio al quarzo provò a convertirsi a
questo nuovo movimento con scarsi risultati sparendo praticamente dalle scene.
La rinascita avviene nel 2010 grazie alla famiglia Maggi, per lungo tempo
distributrice della casa in Italia. Il marchio rimane inalterato, la sede è a
Milano, ma la produzione continua in Svizzera.
Squale continua sulle orme del passato per quanto riguarda le linee
estetiche, ma utilizzando tecnologie attuali ed è forse l'unica casa orologiaia
che produce esclusivamente orologi diver.
Questo Steeldive SD1979 è la copia del modello 50 Atmos 1521-026 nella
versione Ocean Blasted.
Come al solito andiamo ad analizzare le differenze: la più evidente è nel
rehaut che nell'originale è inclinato verso l'interno, mentre nella copia è
verticale, perpendicolare al quadrante. E poi la cornice bianca della
finestrella della data è più vicina all'apertura, il colore degli indici delle ore
tende al verde, l'inserto della ghiera è in ceramica lucida con indici di un
bianco più vivo, mentre la perlina a minuti 60 è sporgente invece che incassata.
L'orologio è arrivato nella classica confezione Steeldive: una robusta scatola
di plastica nera in grado di sopportare le insidie del lungo viaggio, con
quattro chiusure su tre lati. L'interno, foderato in gommapiuma anch'essa nera,
contiene l'orologio in una busta di plastica ed un cinturino in silicone nero,
omaggio per il problema riscontrato alla corona del precedente SD1996AC (per il
quale mi hanno pure offerto uno sconto di 20€ sul prossimo acquisto) e
nient'altro.
Questa versione si distingue per avere la cassa completamente in acciaio
sabbiato. Solo il fondello è in acciaio lucidato.
Il quadrante presenta la particolarità di non avere nessun elemento, anche il
più piccolo, lucidato. Con lo scopo di favorire al massimo la leggibilità tutto
è rigorosamente opaco per evitare riflessi di alcun tipo. Sullo sfondo di un
bell'azzurro all'esterno troviamo la scala dei minuti a barrette bianche
stampate, più all'interno gli indici, non riportati ma semplicemente riempiti di
vernice luminescente, a pallettoni tranne che per quelli a ore 6 e 9
rettangolari e per quello a ore 12 che è un triangolo isoscele allungato e
rovesciato. A ore 3 al posto dell'indice troviamo la finestrella della
data bordata in bianco con numeri neri su sfondo bianco.
Le lancette di ore e minuti sono a scatola con una punta esterna, con bordo
bianco quella delle ore e bordo arancione, ben visibile come ci si aspetta da un
diver, quella dei minuti, La lancetta dei secondi dipinta di bianco ha un
rettangolino luminescente verso la punta.
A ore 12 troviamo il complicato logo seguito dal marchio, a ore 6 due righe di
testo indicano la tipologia del movimento e il valore di impermeabilità.
L'ampia ghiera dentellata ha la superficie superiore solo in parte ricoperta
dall'inserto in ceramica lucida con gli indici in bianco, numerici ogni 10, a
barrette quegli intermedi ai 5 e a punti per tutti i minuti. A minuti 60
troviamo la perlina luminescente inscritta in un triangolo equilatero rovesciato
che a voler essere pignoli presenta un minimo disallineamento col quadrante.
La ghiera compie un intero giro in 120 scatti precisi e senza giochi con un
corretto sforzo in senso antiorario, mentre curiosamente può essere operata
anche in senso orario seppur con una maggior ruvidezza.
La linea elegante della carrure viene esaltata dalla finitura
sabbiata e dal particolare della smussatura tra la parte superiore e quella
laterale delle anse.
Anche se dal davanti non si riesce a notare la cassa non è perfettamente
simmetrica. Il lato della corona infatti presenta due spigoli al centro non
presenti sul lato opposto.
La corona a vite senza logo non ha spallette di protezione, non necessarie in
quanto quando chiusa essa è profondamente incassata nel lato della carrure.
Questa soluzione purtroppo comporta che le operazioni di svitamento e
avvitamento della corona siano piuttosto difficoltose, problema che è stato
rilevato anche sullo Squale originale.
Il fondello a vite è l'unico particolare lucidato. Le scritte in circolo
identificano il movimento giapponese, l'impermeabilità di 200m e il materiale
della cassa. Al centro l'enorme logo di Steeldive.
Il cinturino in silicone è morbidissimo e confortevole. Ha una bella
fibbia che però risulta un po' difficile da slacciare. Comunque è
possibile scegliere in alternativa altri cinturini in silicone o Nato, e con un
piccolo sovrapprezzo anche dei bracciali in acciaio.
Al polso si indossa bene e sembra più piccolo delle sue reali dimensioni,
probabilmente grazie all'inserto che è sensibilmente più stretto della ghiera.
Non sono mai stato un fan dei cinturini in gomma/silicone, ma ho cominciato a
ricredermi dopo aver apprezzato quello dello Sharkey 6105. Anche questo arrivato
con lo Steeldive ha contribuito a modificare il mio approccio verso questa
tipologia, lo trovo veramente confortevole e adatto alla stagione estiva, ma per
dargli un'aria più civilizzata per la stagione fredda ho provato a montare
questo in pelle liscia blu cannibalizzato dal Pagani Design Autavia. L'orologio
non ha perso la sua connotazione sportiva, ma penso che così si possa indossare
tranquillamente con giacca e camicia.
20/3/20
E con un cinturino tipo artigianale in cuoio marrone chiaro? Non male.
E poi un classico, il mesh, Per togliergli il luccichio in modo che si abbinasse
all'opaco della cassa sabbiata, prima di trattarlo con lo scotchbrite, gli ho
fatto fare un bagno nell'acido muriatico. Mi sembra OK.
Infine eccolo con un bel Nato seat belt che richiama i suoi tre colori.
Non mi dispiace con questo Oyster ben rastremato. La finitura spazzolata magari non è il massimo, vedrò
se in qualche modo riesco a farlo sabbiare.
13/4/20 Ho trovato questo mesh a maglia fitta, quasi un milanese, che si distingue dai soliti bracciali di questo tipo
per avere una chiusura deployant veramente molto comoda. L'ho opacizzato col solito trattamento all'acido muriatico e trovo
che sia uno degli abbinamenti migliori.
23/8/21
Il Nato grigio e blu offerto come omaggio assieme all'SKX Heimdallr era troppo bello per lasciarlo nel cassetto.
Il tessuto è abbastanza sottile, ma robusto, in stile seat belt e anche la ferramenta è bella corposa. Ho cercato e alla fine ho trovato
l'orologio che potrebbe essere valorizzato montandoglielo. E su questo Steeldive Squale penso ci stia proprio bene.
Nella luminescenza tiene testa allo SKX, anzi sembra leggermente superiore almeno nell'intensità,
a parte la perlina a minuti 60. Non ho però controllato la durata.
Conclusioni Nella mia ricerca di hommage, anche non necessariamente di marchi
famosi, non potevo trascurare questo pezzo veramente molto bello. Steeldive da
alcuni è considerato un gradino più in basso di San Martin & Co., ma in questo
caso ritengo che non abbia nulla da invidiare agli altri marchi chiamiamoli
premium. L'acciaio è perfettamente sabbiato acquisendo un po' l'aspetto e
il colore del titanio, il vetro è zaffiro, l'inserto ghiera è in ceramica, la
luminosità è ottima, l'impermeabilità, se confermata, è notevole e infine la
rotazione della ghiera avviene in maniera ottimale in 120 scatti senza giochi
facendo perdonare quel lieve disallineamento. Non va infine dimenticato il
movimento, un Seiko robusto ed affidabile che, se ben regolato, è anche molto
preciso.
Il costo è lievemente superiore a quello di Parnis & Co., ma ritengo che ne
valga assolutamente la pena.
Una considerazione a parte merita la corona. A causa della sua posizione
infossata rimane piuttosto difficile da svitare ed avvitare. Ciò è dovuto all'aver
voluto copiare quanto più fedelmente lo Squale 1521 che presenta lo stesso
difetto.
Pro e Contro
PRO
Ottimi materiali, vetro zaffiro e inserto ghiera in ceramica
Eccellente grado di finitura sabbiata
Luminescenza molto intensa
Ottima leggibilità
Affidabile movimento giapponese con fermo macchina e ricarica manuale
Ottimo valore di impermeabilità
CONTRO
Corona difficile da svitare e avvitare, ma è il pezzo da pagare per la fedeltà
all'originale |